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Scrivi un commento al testo di Filippo Di Lella
c’era un dio solitario seduto al tavolo del bar

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E il vento soffia e porta sabbia,
è un vento caldo e senza nome
affonda nei visceri dell'uomo.

Dio guarda con pietà senza amore.

C'è un sub-normale che abbaia ad un caffè,
è grasso da morire
dalla sua fronte colan vermi.

Dio guarda con stupida alterigia.

C'è un autitistico,
ogni tanto sfancula il sub,
ogni tanto mi deride; accarezza le gambe d'una bella donna.

Dio guarda con commiserazione.

Ho un violino in una mano,
nell'altra un ventilatore cinese
e un doccino nuovo nuovo.

Dio.

Qualcuno ha sparso dei libri su un tavolo, sono tanti libri.
Qualcuno li vorrebbe leggere tutti, qualcuno catalogarli e riordinarli,
altri cercano solo ciò che vogliono. Molti libri sono brutti.

Dio sorride degli sbronzi lasciati soli sotto al sole.

Han detto che tutto cambierà,
cercano speranza,
creano veleno.

Dio porta degli occhiali da sole, sorride un po' irritato e se ne va.

Mi toccherà pagare.

 Klara Rubino - 26/06/2017 10:32:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

...è esplicativo e riassuntivo di tutto il testo...quello! (volevo scrivere)

 Klara Rubino - 26/06/2017 10:30:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

L’incipit sarebbe quasi da ripetere nella chiusa, volendo, perché è un spina tipo e riassuntivo di tutto il tedto.
Trovo che sia molto musicale .
* richiama poi quella canzone di Ligabue, una delle mie preferite

https://youtu.be/ZdicF9x-oaw

Comunque lo stile è fresco.

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